Scrivo

Chi sono

Sono nata a Locarno (Svizzera) un 13 maggio e dopo aver frequentato le scuole elementari e il ginnasio nella stessa città, ottengo la maturità liceale a Bellinzona. Studio in seguito Lavoro Sociale, Sociologia, Filosofia e Musicologia all’università di Friborgo dove mi laureo presso la Facoltà di Lettere.

  • Nel 1996 mi trasferisco con mio marito a Buenos Aires, dove vivo fino al 2004. 
  • Nel 1997 mi iscrivo per cusiosità a un seminario di scrittura tenuto dalla dottoressa Mercedes Falcón e comincio a scrivere racconti e novelle. Ho scritto due novelle (Gelato al limone, La memoria del destino) e due libri di racconti (Casa di riposo, Occhiali da vista) e un libro di racconti con musica e immagini (Solo a tre voci).
  • Nel 2002 pubblico, assieme a quattro giovani scrittori argentini, un’antologia di racconti gotici (Cuentos de oscuras memorias) pubblicati anche dalla rivista spagnola “El Adíos” diretta da Jesús Pozo. Scrivo i miei testi in italiano e li traduco allo spagnolo (con accento “porteño”).  Nel frattempo mi formo come terapeuta famigliare, attività che mi permette di conoscere una realtà diversa della capitale argentina.
  • In agosto del 2004 rientro in Svizzera assieme a mio marito e ai nostri due figli nati a Buenos Aires.
  • Nel 2005 mi invitano a scrivere il libretto di un’opera per bambini messa in musica dal giovane compositore ticinese Mauro Rigamonti. L’opera Il Viaggio Magico, andrà in scena nel 2009 a Thônex, Ginevra, sotto la direzione del maestro Carlo Balmelli.
  • Nel 2006 mi trasferisco con la famiglia a Ginevra dove vivo a tutt’oggi.
  • Nel 2018, il traduttore Stefano Cavapozzi residente a Ginevra mi propone di tradurre alcuni dei miei racconti in francese; nasce così il libro di racconti brevi “Roses rouges et tulipes jaunes”. Si tratta di una raccolta di tredici racconti, scritti in italiano (“Rose rosse, tulipani gialli”) e tradotti da me allo spagnolo (“Rosas rojas, tulipanes amarillos”).
  • Tra il 2019 e il 2021, scrivo il romanzo “Maula”, ambientato tra Genova e Buenos Aires (1929-1940) e la capitale argentina contemporanea; come sempre, curo io stessa la traduzione in spagnolo.

I miei libri

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Il viaggio magico (2013)

È un racconto musicale in forma di opera, scritto in italiano per quattro voci soliste (soprano, contralto, tenore, baritono), in un quintetto di strumenti a fiato (flauto traverso, clarinetto, sax contralto, fagotto, corno), un sintetizzatore e una voce recitante.

(Testo: Fabrizia Iranzo-Imperatori; Musica: Manuel Rigamonti; Illustrazioni: Martina Rivera).


Lo spettacolo del conto musicale del 3 febbraio 2013,  può essere visualizzato cliccando qui.

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Anteojos (2007)

Fabrizia sa come condurre questa alta qualità stilistica che è l’equivoco, il lasciare che l’intervento di chi legge sia accettato per quanto è stato scritto e perciò anche per chi, voltando le spalle alla porta, legge e percorre parchi e porti. In ogni caso, sia come sia, vale la pena leggere “Occhiali da vista” di Fabrizia Iranzo Imperatori, narratrice che sa di fantasmi, e del peso che devono avere le parole per far parlare quei fantasmi, affinché noi, che siamo dall’altra parte del libro, possiamo sentirli.

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Helado de limón (2006)

Questa è un’opera differente, piena di interrogativi, dove ogni personaggio, sia esso ingeniere, psichiatra o giornalista, lo contagierà di insicurezze, desideri perduti, voci seducenti o intimità condivise.


Disponibile da:

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Casa de reposo (2005)

I personaggi che abitano questi racconti, degne creature della mente e del cuore della narratrice, vivono a loro volta in quella zona intermedia che ognuno di essi ha dovuto inventare per poter sopravvivere. Credo che Fabrizia ci offra –in questo libro- il privilegio di percorrere, con la sua guida spregiudicata e libera, questo mondo parallelo che rappresenta l’arte che, come sappiamo, non è nient’altro che il delirio organizzato della follia.

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La memoria del destino (2004)

La notte scese profonda su Calodi. La luna e le stelle illuminavano le montagne circostanti facendo brillare i ghiacciai come specchi. Era buio. Non c’era nessuna luce a rischiarare i vicoli del villaggio.

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Solo a tres voces (2003)

Dialoghi tra parole, musica e immagini. Ambivalenza di semplicità dell’unità e di destrezza di uno strumento innalzato al centro di un’orchestra. Un “assolo” di tre voci o una dolce solitudine condivisa.

 

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Cuentos de oscuras memorias (2002)

Il gruppo di giovani narratori, quattro dei quali argentini: Analía Cóccolo, Romina Colaneri, Ignacio Falcón, Inés Haye, e una svizzera: Fabrizia Iranzo Imperatori riprende la tradizione di vampiri, doppi e fantasmi, da nuovi punti di vista e tecniche narrative.
Credo che questi autori onorino la loro appartenenza ai narratori latinoamericani, non solo per l’eccellenza dello stile e dei temi trattati, frammenti della nostra storia recente adornati di simboli, ma anche per le poche, ma precise parole usate per raccontare le loro storie. Penso che qui si applichi esattamente ciò che ha detto Gracián: ciò che è buono, se breve, è doppiamente buono.